REPORT del 1° Laboratorio ArteVita, incentrato su “Before the rain” (“Prima della pioggia”), film del 1994, diretto da Milčo Mančevski, sul tema: Riconoscere la ricchezza della diversità è indispensabile all’umanità per vivere e per crescere.
Il Laboratorio, che si è svolto in Via Tripolitania 57, è andato bene, malgrado l’esigua presenza dei partecipanti. I conduttori, emozionati per il nuovo inizio delle attività nella sede dell’Associazione, hanno creato, insieme ai partecipanti, un’atmosfera di accoglienza che ha reso possibile la nascita di una nuova coralità.
Abbiamo attraversato tutti dei giorni difficili, eventi drammatici e la fatica del vivere, ma proprio per questo, come Associazione, abbiamo scelto di intraprendere un nuovo cammino di ricerca su Il senso del vivere, partendo da un tema fondamentale dei nostri giorni, il riconoscimento del valore della diversità, come elemento che arricchisce la vita.
Il linguaggio cinematografico ha una particolare efficacia nell’incarnare in immagini, personaggi e storie di vita, la contaminazione, la trasformazione e l’arricchimento reciproco, coinvolgendo profondamente i pensieri e le emozioni degli spettatori.
Il film Prima della pioggia di MilčoMančevsky, apparso per alcuni dei partecipanti troppo crudo nel mostrare immagini realistiche di conflitto e di guerra tra persone e tra popoli, ha la capacità di raccontare una storia circolare, a tratti spigolosa e dura, riempiendola di significati simbolici significativi che ne rendono la fruizione, anche ad un livello poetico e onirico. Questo può aiutare lo spettatore ad entrare nella riflessione di un tema, la guerra, difficile da approcciare e da capire, se non andando al di là di facili posizioni di parte. La Macedonia del film, infatti, è un luogo a-geografico, una scelta non realistica, che aiuta a ricontattare l’antica saggezza riguardo alla gestione della violenza. Centro del dibattito alla fine del film è stato, infatti, cercare di entrare in contatto con le proprie “faide interiori”, le scissioni interne, i conflitti e con la difficoltà di riconoscerli come propri.
Come trovare nuovi modi di coesione per uscire dalla solitudine, dall’individualismo e dalla logica dell’occhio per occhio? La vendetta, il sangue, la violenza, la morte possono diventare, nell’agnello che nasce nel villaggio del film, simbolo di riconciliazione e di nuova vita. Quale passaggio dobbiamo compiere, senza dover essere eroi onnipotenti od osservatori impotenti, cinici e nichilisti, per poter cominciare ad elaborare cosa scegliere, con la speranza di spezzare il cerchio rassicurante nella continuità nella vita di tutti i giorni, che ci chiude e ci allontana gli uni dagli altri? Il cerchio non è rotondo se non abbandoniamo sogni, valori spirituali e miti; se ci apriamo all’ascolto, anche quando l’altro parla una lingua che a noi sembra sconosciuta; se cerchiamo di ampliare la comprensione del mondo e dell’uomo, ritrovando, nella nostra umanità, il coraggio di esistere, pur in questi giorni difficili. Attraverso questa presa di coscienza e di responsabilità, possiamo far germogliare un seme nuovo per riconoscerci ed incontrarci nella reciprocità. Così, la pioggia, invocata spesso durante il film e che arriva alla fine, può essere, invece che un presagio cupo e minaccioso, simbolo del lavacro dell’odio, frescura che bagna terre e anime arse, ri-nascita della speranza del cambiamento.
A conclusione del dibattito è stato realizzato un laboratorio creativo, dove tutti, partecipanti e conduttori, hanno potuto esprimere e condividere con gli altri un proprio vissuto. Ancora riportandoci alla frase iniziale del film: Arriva un momento della nostra vita in cui non possiamo fuggire… Dobbiamo prendere posizione, il tempo non aspetta (si tratta del kairòs, non più del kronos), attraverso la suggestione creata dalla visione di alcune immagini, coadiuvate da un sottofondo musicale, i partecipanti hanno avuto la possibilità di entrare in contatto con un momento particolarmente significativo ed intimo in cui hanno preso una decisione importante, che ha cambiato la loro vita. Successivamente questo vissuto personale è stato condiviso con gli altri, come dono di fratellanza.
Il Laboratorio si è concluso con un festeggiamento finale, a sottolineare ed a suggellare un nuovo inizio, la ri-nascita attraverso il dolore trasformativo, di ognuno dei partecipanti e delle attività della Associazione.
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Aggiungiamo al nostro report dell’incontro, una sezione nuova di informazione e di approfondimento, invitandovi ad integrarla con l’indicazione di articoli, video, testi, ecc., che riteniate significative per l’argomento trattato.
Bibliografia:
Filmografia: